Relazionarsi correttamente con un malato di Alzheimer

Potrebbe capitare da un giorno all’altro. Potrebbe verificarsi la difficile eventualità di percepire che nostra madre, nostro padre, nostra nonna o qualsiasi altro nostro affetto dia chiari segni di demenza o di decadimento cognitivo. Sentirsi inermi nell’affrontare questa difficoltà, vedere il parente amato sfiorire e perdere capacità è un duro colpo e genera dolore e frustrazione, sicuramente nel malato ma anche negli affetti che gli sono vicini e che non sanno come interagire con essi. E purtroppo non c’è tanto tempo per restare confusi senza intervenire, per prima cosa con una presa di coscienza dei mezzi necessari per l’interazione quotidiana con la persona che, lentamente, andrà a peggiorare le proprie capacità di stare in contatto col mondo in maniera cosciente.

La più importante e ricorrente virtù necessaria nell’interazione quotidiana con un malato di demenza senile o di Alzheimer è senza dubbio la pazienza. Il nostro caro potrà trovarsi delle volte in stato di irrequietezza o nervosismo, senza apparente motivo oppure semplicemente indotta dalla frustrazione data dalle complicazioni nell’eseguire operazioni una volta trovate molto semplici. La pazienza sarà fondamentale per ogni interazione col parente, e l’autodisciplina per mantenere la dolcezza senza imporre ordini ma cercando la collaborazione domandandola, non esigendola. Sarà molto importante scandire le parole, sempre ricordando di tenere calma e dolcezza, e fare domande semplici e chiare, e attendere la fine del discorso senza mettere fretta o interrompere il filo. Sarà molto d’aiuto ripetere i concetti tutte le volte necessarie.

A livello inconscio può aiutare mettersi in relazione col proprio caro mettendosi frontalmente rispetto ad esso, e alla stessa altezza se questo è seduto. Se l’occasione lo permette e il malato lo accoglie, anche il contatto fisico sarà d’aiuto, come ad esempio tenere la mano e posare il braccio sulla spalla, o una mano sulla gamba, insomma un qualsiasi gesto inequivocabilmente affettivo. Rispettare i tempi e le barriere, anche temporaneamente dettate dallo stato emotivo del malato, sarà fondamentale.

Fermo restando che col progredire della patologia diventerà eccessivamente complicato prendersi cura e interagire con l’amato parente, e che si presenterà inevitabilmente il momento in cui ci si dovrà affidare all’aiuto di professionisti qualificati, a domicilio oppure in un centro in cui la persona potrà stare per le ore diurne oppure in pianta stabile, per tutelare la qualità della vita della persona in difficoltà e dei propri parenti.

L’Opera Don Orione lavora proprio in questo senso, a partire dalla sensibilizzazione, ma continuando con l’aiuto pratico, serio e qualificato, nella missione di ridare dignità e serenità all’anziano nel decorso di malattie cognitive che spesso declinano senza miglioramenti verso la totale incapacità. Le iniziative portate avanti dall’Opera, a Selargius (ma in linea con i valori dell’associazione in tutto il mondo) sono molteplici e così le risorse per aiutare queste persone con le loro difficoltà. Raggiungete il centro diurno in piazza Don Luigi Orione a Selargius per prendere contatto con i professionisti, e quindi agire per migliorare le condizioni quotidiane del vostro caro.